Il Kurdistan è un vasto altopiano situato nel Medio Oriente. Con il termine Kurdistan ci si riferisce alla regione geografica abitata in prevalenza da curdi, ma di fatto non esiste in quanto stato, esso infatti si trova prevalentemente in Turchia ma comprende vaste zone in Siria, Iraq, Iran, e in misura minore Armenia.
I curdi sono circa 30 milioni e costituiscono uno dei più grandi gruppi etnici privi di un territorio nazionale. Per oltre un secolo molti curdi hanno lottato politicamente e militarmente per un Kurdistan indipendente o perlomeno autonomo. Tuttavia i governi degli stati che li ospitano si sono sempre opposti all’idea di uno Stato curdo e perfino alla concessione di un’autonomia politica e culturale.
Durante gli anni novanta l’Italia è terra di transito per i rifugiati curdi che fuggono dalle persecuzioni e dalle stragi dell’esercito turco; dopo alcuni tentativi in altre aree della città riescono ad occupare nel maggio del 1999 una palazzina abbandonata dell’Ex Mattatoio di Testaccio a Roma.
Viene fondata l’associazione Ararat, dal nome del monte omonimo dove, secondo la Bibbia, è approdato Noè dopo il diluvio universale. Lo stesso nome aveva il barcone che il 26 dicembre del 1997 si incaglia davanti alla spiaggia di Badolato Marina, in Calabria, su cui viaggiavano oltre 800 curdi che trovarono rifugio in un paese quasi completamente spopolato.
Al posto del vecchio edificio dismesso gli attivisti italiani e curdi realizzano un centro autogestito che svolge diverse funzioni: accoglienza, produzione culturale, mutuo soccorso. Sono migliaia i migranti che nel corso degli anni trovano rifugio ad Ararat. Non ci sono numeri certi, ma si parla di almeno 10.000 persone tra il 2005 e il 2010. Sono soprattutto curdi, ma non solo, e le porte sono aperte a chiunque abbia bisogno di un rifugio e sia rispettoso delle regole interne.
La convivenza del centro con la capitale non è sempre stata facilissima e ancora oggi il suo futuro e la possibilità di poter restare nella struttura sono a rischio.