Per gli abitanti di Civitavecchia la processione del Cristo Morto, svolta la sera del Venerdì Santo, è una tradizione fondamentale della quale è incerta la datazione; alcuni la riconducono all’889, anno stesso della probabile fondazione della città, per altri risale all’anno Mille e per altri ancora all’età medievale. Viene vissuta come un evento a cui è importante partecipare per affermare la propria identità, la propria storia e la propria fede, ed è anche un bel momento di partecipazione e condivisione.
Oggi la processione prevede la sfilata di 11 statue lignee portate in spalla rappresentanti la via Crucis, la Passione e Morte di Gesù, ovvero i misteri dolorosi del Rosario. Le statue sono intervallate dalla presenza di bimbe vestite di bianco che portano in mano i simboli della passione di Cristo.
Dopo le statue sfilano centinaia di Penitenti, gli Incappucciati in saio bianco che camminano scalzi trascinando pesanti catene ai piedi e portando in spalla delle grandi croci di legno (un tempo si fustigavano pubblicamente con grande effusione di sangue). Il loro procedere a passo incerto sotto il peso fisico delle catene e delle croci è molto suggestivo e motivo di forte emozione.
Il corteo è seguito dal carro che trasporta l’antica statua di Cristo Morto e affiancato dai confratelli del Gonfalone. E poi ancora il Gruppo delle Tre Marie piangenti e la statua della Madonna Addolorata, portata in spalla da un gruppo di donne, figuranti che rappresentano antichi soldati romani, il vescovo, il clero cittadino e le autorità comunali.
Il corteo parte all’imbrunire procedendo a passo lento, cadenzato dai tamburi e dalla banda musicale, sotto la tenue luce di torce e lampioni che creano per le vie di Civitavecchia un’atmosfera pregna di sacralità, preghiera e comunione fraterna.